Il progetto nasce a seguito dell’incontro fra alcuni docenti universitari in occasione del Catholic Forum Roma promosso dal University of Notre Dame Rome Global Gateway nel mese di Aprile 2022. Non è facile rispondere ai bisogni spirituali dei nostri tempi. Nella società secolarizzata, probabilmente soltanto l’arte rimane l’ultimo mezzo possibile per offrire una soluzione in linea con la tradizione della nostra cultura e civiltà. Fra tutte le forme d’arte, la musica è quella che si rivolge all’essere umano nel modo più diretto. Il ciclo di seminari di basano sulla ricerca e sulla riscoperta dei valori spirituali attraverso la musica. I musicisti, provenienti da quattro paesi ed attivi nel campo dell’educazione sia musicale che teologica, offrono la possibilità di sperimentare la spiritualità attraverso l’analisi di alcune riflessioni sul tema. Il progetto viene proposto sotto forma di 5 giornate di studio della durata di 4 ore ciascuna.
Introduzione al minimalismo sacro
Ricerca dell’Infinito, espressione di sentimenti astratti e spirituali, tensione verso l’Assoluto, sono tutti ingredienti che hanno caratterizzato la produzione musicale eurocolta già nel periodo Romantico. A partire dagli anni ’70 del Novecento, una nuova corrente si colloca nel solco estetico del Postmodernismo, dando vita al genere in seguito chiamato ‘minimalismo mistico’ o ‘sacro’.
Molti dei compositori che vi hanno radicato la loro attività artistica si sono ispirati alla musica sacra rinascimentale, medievale, o alla musica ecclesiastica ortodossa. Tra questi, John K. Tavener (1944- 2013), le cui composizioni intese come ‘icone sonore’ rappresentano simbolicamente un portale verso il Divino; Arvo Pärt (1935-), considerato il vero pioniere del minimalismo sacro insieme a Górecki e Tavener, con una produzione prolifica, frutto di un’esperienza emotiva e spirituale; Ivan Moody (1964-), come nel caso del suo maestro Tavener, la cui musica si configura quale via per il misticismo, analoga a quella dell’iconografia orientale. Nel corso del seminario sarà pertanto offerta un’analisi insieme ad alcune riflessioni intorno allo stile compositivo e ai temi trattati da questi tre protagonisti di un genere musicale novecentesco ancora di successo ai nostri giorni.
Etnomusicologo, è dottore di ricerca in musicologia bizantina (Università di Copenaghen, 2017). Ha insegnato Etnomusicologia all’Università di Copenaghen e all’Università di Corfù; dal 2020 è docente incaricato del seminario didattico di introduzione all’Etnomusicologia presso l’Università di Catania
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